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di e con Gaetano Tramontana
realizzazioni video di Antonio Melasi
regia di Gaetano Tramontana
Durata: atto unico 60 min.

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La storia

Antigone, figlia di Edipo e Giocasta, era sorella di Ismene, Eteocle e di Polinice. La sua storia inizia dove termina la tragedia di Sofocle Edipo re, con alcune varianti secondo i differenti testi.
Quando Edipo si rende conto del misfatto che ha compiuto (aveva ucciso il proprio padre e aveva sposato la propria madre, Giocasta) si acceca e, scacciato da Tebe, peregrina per tutta l’Attica accompagnato dalla figlia Antigone. Giunto presso il bosco sacro alle Eumenidi, nel quale era vietato l’ingresso ai profani, Edipo decide di entrarvi, scomparendo per sempre.
Antigone torna a Tebe, ove era appena iniziata la guerra tra i suoi fratelli, Eteocle e Polinice, che avrebbero dovuto governare a turno la città. Ma Eteocle, alla scadenza del suo mandato, si era rifiutato di cedere il trono a Polinice, che quindi aveva mosso guerra alla città. Alla fine i due si erano uccisi a vicenda.
Creonte, il nuovo re di Tebe, fratello di Giocasta, decide di seppellire Eteocle con tutti gli onori e proibire la sepoltura di Polinice, considerato nemico della città, lasciando che il suo corpo fosse divorato dai cani.
Antigone, disobbedendo agli ordini di Creonte, seppellisce il corpo di Polinice, consapevole di incorrere nell’ira del re che la condanna ad essere murata viva.

Il personaggio
Antigone è una donna sola.
Di donna, parliamo, nonostante la sua giovane età, perché il suo cammino di vita è stato talmente intenso e pieno di avvenimenti “forti”, le decisioni prese così indipendenti e mature che tutto questo sarebbe bastato per almeno un paio di vite normali.
Antigone è il prototipo di “giovane di belle speranze” che i fatti della vita fanno maturare precocemente e che alla luce degli avvenimenti è capace di mettere in gioco tutto quello che ha, e soprattutto quello che potrà avere, per seguire i propri principi, la sua legge morale, intima e universale al tempo stesso.
Il mito di Antigone non è solo al centro della dialettica “legge dell’uomo” vs. “legge dello Stato”, è al centro della storia stessa dell’individuo, di colui che è capace di raccogliere tutto il proprio presente e il proprio passato fatto di amori, speranze, prospettive e farne nutrimento per affrontare il proprio destino: è proprio per il passato che ha di figlia e sorella, per il suo essere modello di positività, che Antigone è pronta, con naturalezza, ad accogliere il proprio sacrificio. Con naturalezza, ma non senza dolore.

Qui la forza contemporanea di questa figura.
In un presente in cui i modelli comportamentali latitano, Antigone si propone, a nostro avviso, come esempio, come modello per le giovani generazioni, e non solo per loro.
Se il “mito” è tale perché ci parla attraverso i secoli, Antigone è l’incarnarsi dell’ida di mito: affronta il proprio sacrificio non perché non ama la vita, ma proprio perché la ama talmente tanto – nelle piccole cose, nella natura che la circonda, nel sorriso del prossimo – che non può tradire tale amore disobbedendo a quanto crede.

Note di regia
Come “portare” la storia di Antigone allo spettatore contemporaneo?
Come evitare una visione parziale del cosiddetto “ciclo dei Labdacidi”, che tradizionalmente è sparso in differenti testi, e allo stesso tempo mantenere intatto il valore e la forza del personaggio che, insieme al padre Edipo, è il più affascinante per sfumature e valori?
Questo ci ha mossi, da questo siamo partiti.
E da una domanda rivolta a noi stessi: perché Antigone è considerata (insieme ad Amleto) al centro dell’idea di teatro contemporaneo?
Antigone ha scelto, sa cosa l’aspetta: messa da parte la disperazione, lucidamente la sua mente corre, pronta a stupire ancora una volta, come ha sempre fatto. Chiusa nella sua cella, isolata dal mondo, elegge la guardia che la controlla – l’ultimo uomo che vedrà – a latore delle sue memorie.
E la sua storia ci giunge così, fatta di parole, gesti, sguardi.
L’idea dei video è nata subito, insieme all’urgenza di esplorare Antigone.
Non tanto per dare un “vernice” di modernità al lavoro ma per confrontarsi con un’immagine onirica e memoriale; per provare a fare “abitare” lo spazio intorno Antigone dai suoi pensieri, dai suoi sogni, dalle immagini che l’hanno accompagnata nella sua breve e intensa vita.
Uno spazio-involucro dove, forse, anche un uomo, un attore, può comprendere e vivere l’avventura di questa donna.

Rassegna stampa
Ora della Calabria_25_03_2014
Hystrio 3_2011
Quotidiano 21_11_2011
Cultural Life su Memorie di Antigone
Calabria Ora 26_02_2011
Quotidiano 26_02_2011
Il fatto on line_Antigone