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Spettacolo di narrazione itinerante ispirato dall’Odissea
Compagnia SpazioTeatro
Con Anna Calarco e Gaetano Tramontana
Installazioni sceniche Gianfranco Scafidi
In video: Renata Falcone, Alessandra Gattuso
Luci e audio: Simone Casile

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Preparando Le stanze di Ulisse abbiamo riletto l’Odissea, l’èpos del ritorno, come canto della memoria. Gran parte dell’opera originale è, in effetti, una narrazione di ricordi per voce dello stesso Ulisse. Ci è sembrato per questo immediato scegliere come linguaggio quello del teatro di narrazione.

Allo stesso modo, abbiamo avvertito l’urgenza di unire la narrazione al movimento, a un ideale viaggio durante il quale avventurarci nelle stanze della memoria di Ulisse. Da qui la concezione di una narrazione itinerante caratterizzata dallo spostamento di attori e spettatori nello spazio, stanza per stanza (*).

La memoria, così come la narrazione di una storia, è spesso fallace, non del tutto aderente alla realtà dei fatti. Nella memoria gli eventi subiscono come una sorta di smarginatura: i contorni si sfocano, i suoni si distorcono, le parole sfuggono, il tempo inciampa. Quest’idea di smarginatura ci ha guidati nella stesura drammaturgica della narrazione: lungi dal voler riportare l’ennesima versione didascalica del poema, ci siamo affidati soprattutto alle suggestioni sfuggevoli che ogni canto, ogni tappa di questo viaggio da sempre narrato, ha impresso nella nostra memoria millenaria come esseri umani.

In ogni stanza, la memoria di Ulisse prende forma in oggetti, immagini, figure mutevoli, malleabili, non definitive, che ogni spettatore può leggere e reinventare secondo la sua personale esperienza.
Il racconto procede seguendo un ordine nient’affatto cronologico, ma a scatti discontinui, privilegiando suggestioni tematiche, a braccetto con il nostro Ulisse interiore, quella figura mitica, quell’archetipo insito nella nostra formazione, che ci spinge a procedere in avanti con l’idea di una meta che è un ritorno all’umano.

Ogni stanza è stata affidata alla creatività di Gianfranco Scafidi, artista impegnato in creazioni dal taglio contemporaneo, che ha realizzato per ogni ambiente un’installazione artistica originale, evocativa della tematica narrata: non semplici scenografie, bensì “opere d’arte narranti”, che si fondono con le voci degli interpreti in un continuo scambio di energia.

(*) Lo spettacolo ha anche una versione non itinerante per spazi scenici ridotti.

Foto di Monica Bolignano e Marco Costantino